…and believe me…

…and believe me…

Humphrey Bogart, Montgomery Clift, Henry Fonda, Mario Draghi…
Ecco alcuni tra i migliori attori che la storia ricordi, grazie alle loro memorabili interpretazioni in ruoli da protagonisti.
Proprio così, come il più intenso ed appassionante dei film drammatici, il nostro Super-Governatore riesce ad accendere (o spegnere) i cuori dei mercati grazie alla credibilità delle sue parole.Come uno squarcio di luce, un lampo nella notte, fu la sua celebre affermazione in cui assicurò che la BCE, da lui così autorevolmente presieduta, avrebbe fatto tutto ciò che era necessario, all’interno del proprio mandato, e che ciò sarebbe stato sufficiente ad illuminare il buio profondo della crisi attraversata dall’euro.

Basta osservare l’attuale livello di espansione (praticamente nullo) del bilancio della BCE per verificare quanto pochi siano i fatti che sono seguiti a tali parole.
L’unico momento in cui la BCE ha fornito quella liquidità che, secondo le più favorevoli esperienze internazionali degli ultimi anni, garantisce una forte spinta positiva all’economia è stato in quel terribile dicembre 2011 in cui ha foraggiato le banche, le quali hanno sostenuto con i loro acquisti quei titoli di stato più sotto pressione.

Si é tanto discusso, a torto e a ragione, su quell’episodio così favorevole alle banche, che si sono poi intascate nei mesi successivi faraoniche plusvalenze su tali acquisti fatti con i soldi ricevuti, quasi gratis, in prestito senza che tali risorse affluissero nei rivoli dell’economia reale.

Tale mossa consentì in quel momento la tenuta dell’euro-zona e, a cascata, del sistema bancario.
Non c’erano invece le condizioni, allora, affinché le banche potessero erogare credito ad imprese e privati: il rispetto di quelle norme (Basilea 2/Basilea 3) che garantiscono la solvibilità degli Istituti non consentiva loro di aumentare le proprie esposizioni senza prima rafforzarsi a livello di patrimonio.

Poco arrosto, quindi, nel bilancio della BCE rispetto alla grande visibilità del fumo pronunciato dal proprio apprezzatissimo Governatore.
Anche le sue parole di questi giorni sembrano allontanare la grigliata, limitando la politica monetaria europea a riduzioni di tasso che, ormai, non possono che essere di pochi centesimi e quindi il loro valore resta puramente simbolico e indicativo.

Nel frattempo il rating nostrano si riduce a BBB-.
Siamo un gradino sopra la ‘spazzatura’, talmente vicini da percepirne giâ distintamente l’olezzo.

E, per un leggerissimo controsenso, chi sottoscrive titoli di stato è disponibile a ricevere praticamente lo 0% di interessi a 3 mesi e intorno al 2% a 10 anni.
Tutta ‘colpa’ delle soddisfazioni passate che le emissioni del Tesoro hanno dato ai risparmiatori: tassi sempre interessanti e, spesso, plusvalenze in conto capitale per chi ha detenuto titoli a lunga scadenza durante la lunga fase di ribasso dei tassi dell’ultimo trentennio.

E cosa ci riserverà, allora, il futuro?
Qui viene il bello…
😆

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