Arrivano le feste…

Arrivano le feste…

Il calendario ed il termometro forniscono indicazioni univoche.
L’approssimarsi delle feste natalizie coincide con la fine dell’anno, con l’inizio dell’inverno e, inevitabilmente, con il conseguente bagaglio di bilanci per le varie situazioni della nostra vita. Anche lo Stato fa altrettanto e, tra i buoni propositi, definisce la legge di bilancio per l’anno successivo.
Come da tradizione, non mi cimento nella valutazione in merito ai provvedimenti che saranno presi (finora solo annunci) ma rifletto esclusivamente sull’impatto di tutto ciò sui risparmiatori.
E’ giusto che una famiglia si conceda qualche spesa extra?
Certo. O meglio, dipende.
Se può permetterselo, si.
Qualora, invece, fosse piena di debiti e, per concedersi quei sacrosanti extra, ne dovesse fare degli altri?
Immaginiamo, addirittura, che abbia bisogno di fare nuovi debiti anche solo per pagare gli interessi sui vecchi e far fronte a quelli in scadenza.
Sarebbe una buona idea andare in banca e, alzando la voce in pieno salone, dire che ‘non ce ne frega niente di cosa pensa la banca’ e che ‘abbiamo tutto il diritto di concederci quegli extra’?
Quali conseguenze, a livello finanziario, per quella famiglia?
Il minimo che potrebbe attendersi è l’aumento dei tassi praticati dalla banca sui finanziamenti e una minor propensione della banca stessa a concedere ulteriori (vitali, per quella famiglia) prestiti.
Abbiamo presente le notizie sull’aumento dello spread e sul calo della domanda alle aste sui BTP?
Interessante che qualche risparmiatore percepisca l’aumento dei tassi sui titoli di Stato come un’opportunità.
Sono assolutamente d’accordo, con una sola condizione: che sia chiaro come tale aumento rappresenti un’indicazione di maggior rischio e non un ‘guadagno sicuro’.
Mi giungono notizie che qualcuno, meno accorto, addirittura confronti l’attuale tasso di rendimento atteso dei BTP con il risultato conseguito dall’inizio dell’anno ad oggi da altre forme d’investimento; in sostanza, dice: ho perso con i fondi (che, quindi, non convengono) il 5-10% mentre con i BTP posso guadagnare il 3%… vendo i fondi e compro i BTP!
Lo stesso qualcuno è a conoscenza del fatto che, per arrivare a ‘rendere’ prospetticamente il 3%, il valore di tali titoli è sceso da inizio anno ad oggi tra il 5 ed il 15% circa?
Quindi, se li avesse avuti in portafoglio, avrebbe conseguito risultati analoghi o peggiori, con l’aggravante del rischio specifico: è meglio prendere tanto rischio da un solo emittente o un po’ di rischio da tanti?
Tutti perdonati, ovviamente, perchè figli delle vecchie abitudini valide nel mondo di ieri, degli ultimi 40 anni.
Nonostante ciò, il 2018 è stato finora caratterizzato dal rendimento negativo conseguito (dati a qualche giorno fa) dall’89% delle classi di asset investibili.
E’ la crisi in arrivo?
Il tema mi appassiona ma non cedo alla tentazione di ripetere quanto già scritto alcune settimane fa.
Ad ogni storno di mercato, c’è il coro di Cassandre e dei ‘l’avevo previsto’.
La storia, invece, insegna che le vere crisi sono poche, passeggere e ogni successiva ripresa porta ad un livello di crescita maggiore del precedente.
Ricorro alla mia universalmente nota sfera di cristallo?
: )
I timori di crisi nucleare, di guerra commerciale, di hard-Brexit, di disgregazione dell’area-euro e di un’imminente recessione globale saranno superati e dimenticati nel volgere di un po’ di tempo.
La diversificazione aiuterà a non correre reali rischi, nel frattempo, pur con la volatilità resa esplicita grazie a strumenti finanziari trasparenti.
I comportamenti dei risparmiatori, e dei loro consulenti, sono la variabile determinante del risultato: la loro capacità di mantenere in essere, nel tempo, gli investimenti fatti e di cogliere eventuali opportunità durante i cali incide più di ogni altra cosa, più dell’abilità dei gestori e degli stessi andamenti di mercato.
Lo insegnano la statistica, la logica e, soprattutto, il buon senso.
O:)

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