Benigni Presidente del Consiglio? ;-)

Benigni Presidente del Consiglio? ;-)

Qual era, durante una celebre scena del film Johnny Stecchino (1991), il vero problema della città di Palermo e della Sicilia?
Il traffico!

Erano gli anni delle stragi di mafia e lo straordinario umorismo del grande regista ed attore toscano consentiva persino un sorriso in quel periodo così difficile.


Analogamente qual è oggi, vent’anni dopo, il vero problema dell’Italia e, di conseguenza, dell’intera Europa?
A giudicare dai passi dichiarati in queste settimane da chi è stato investito del nobile compito di governarci sanando tutti i nostri mali la risposta appare immediata ed univoca: i Taxi!!!

Come avevamo fatto a non pensarci finora?
Era chiaro: quali prospettive di risanamento del bilancio dello Stato, di ripresa degli investimenti nell’economia, di crescita occupazionale e di benessere per i cittadini se ci sono meno Taxi, vera priorità nazionale ,rispetto agli altri Stati?
E’ questo lo spread che conta!

Beh, non solo ovviamente…

Grazie a queste impressionanti misure a favore dell’economia nazionale gli investitori faranno finalmente e pazientemente la fila per sottoscrivere i
nostri Buoni del Tesoro, i tassi scenderanno in picchiata, il bilancio pubblico ne beneficerà e vivremo finalmente felici ed entusiasticamente europei.

“Cresci Italia”!

E pensare che qualcuno tra politici ed opinionisti aveva ingiustamente addossato la responsabilità della situazione all’ex-Presidente-Operaio.
Cosa ne poteva sapere quest’ultimo…non era mica un Presidente-Tassista!
😉

Non sarebbe stato meglio, allora, indicare a capo del Governo d’Emergenza Nazionale l’altrettanto apprezzato a livello internazionale Premio Oscar?
La prima manovra del Governo Benigni?
Magari sarebbe stata battezzata con un meraviglioso “La Vita è Bella”!

Fuor di metafora, la situazione attuale dimostra ancora una volta come i suggerimenti profusi a tutta voce da oltre un anno (lontani dai titoli di stato e dal tasso fisso in generale, diversificazione geografica e valutaria,
acquisto di valori reali ed in particolare quote di aziende grazie alle storicamente basse quotazioni azionarie) siano stati lo strumento corretto per difendere il valore del proprio risparmio e lo saranno ancora per il prossimo futuro.

Quali scenari per l’Euro?
Il downgrading avvenuto in questi giorni conferma che siamo nella fase conclusiva della crisi: quella delle soluzioni.
I mercati infatti, da sempre, si muovono sulla base delle aspettative, non delle notizie già incorporate dai prezzi.

Quali scenari per i risparmiatori italiani, che detengono la gran parte delle loro disponibilità in euro?
E’ possibile realizzare un vestito che vada bene a tutti?
Per quale motivo allora dovrebbe esserci una composizione di portafoglio valida per tutti?
In questi giorni molti sono gli input che i risparmiatori stanno ricevendo
ed elaborando: denaro dentro o fuori dall’Europa, sotto il mattone o dentro il medesimo, dollari e franchi svizzeri, oro,t itoli bancari a prezzi stracciati.

BOT e BTP, vera roccaforte dell’assenza di rischio per intere generazioni,
sono oggi equiparati dalle agenzie di rating a titoli emessi dal Perù o dal Kazakhstan.
Compreremmo titoli emessi da quegli Stati?
Eppure sono emittenti la cui qualità è equiparata all’Italia.

Ci trasformiamo in grandi speculatori o ne diventiamo facile preda?
Il risparmio va tutelato, persino la Costituzione sancisce questo importante principio.
Ed in attesa che lo facciano i governanti europei, perchè non ragionare a livello individuale?
Finora bastava rinunciare ad un po’ di rendimento per ottenere in cambio garanzie e stabilità.

Ed oggi?
Quali interlocutori per orientarsi in scenari così complessi?
Come si evolverò la situazione?
La discesa del debito pubblico,chiesta a gran voce all’Italia dalle istituzioni europee,potrò essere concretamente realizzata solo cedendo quote crescenti del patrimonio pubblico: le privatizzazioni.

Il principio “tanto peggio, tanto meglio” può suggerirci qualcosa?
Se i mercati sono turbolenti, e di conseguenza i risparmiatori sono disorientati, i prezzi non possono che essere bassi.
Quindi, la cessione del patrimonio dello Stato dovrò essere consistente ed avverrò necessariamente a prezzi contenuti.

Ciò non può non attirare interessi notevoli.

Chi li acquisterà?
Come trovarsi dalla parte giusta?
Preferiamo un popolo schiavo del debito emesso dal proprio Stato o piuttosto proprietario di aziende, patrimonio pulsante delle economie, che producono reddito, occupazione e crescita?
Previa, s’intende, un’accurata diversificazione.

Post a Comment

#Follow me on Facebook