Come sarà domani?
“Come va?”
A quale domanda esiste una risposta meno scontata?
E quanto è sincero ed approfondito il modo con cui spesso le viene data risposta?
Certo, dipende dalla situazione in cui viene posta, da chi ce la pone, ecc.
Ma cosa influisce in modo diretto sul tenore della risposta?
La nostra mente, responsabile (quasi sempre…) dei nostri pensieri, risente molto di ciò che ci succede intorno.
Parenti, amici, colleghi di lavoro, clienti, mezzi di informazione: tutto ciò incide su quello che pensiamo.
Quindi, possiamo dire, pensa un pò al posto nostro.
Quali le maggiori influenze?
La principale fonte di informazione (e quindi di influenza…) è rappresentata ovviamente dai media: tv, giornali, internet.
Quali argomenti la fanno da padrone e catturano quindi la nostra attenzione?
Su cosa si focalizzano i nostri pensieri?
Disastri, tragedie, corruzione a vario titolo e vario livello, crisi economica e morale.
Come sarà, quasi necessariamente, il nostro modo di percepire la realtà se non negativo?
Come potrà essere il nostro domani, se non più triste e povero dell’aureo passato?
In sostanza, si stava meglio quando si stava peggio?
Gli ultimi dati macroeconomici sulla disoccupazione (dei giovani,in particolare) e sull’andamento del PIL non contribuiscono certo ad avallare le tesi dei pochi, irriducibili, ottimisti.
E vogliamo parlare della sicurezza sociale?
L’articolo 18 sta per andare in pensione.
Lui almeno ci andrà.
Perché non tutti gli italiani possono avere analoga aspettativa.
Quale domani per il sistema previdenziale?
Quali garanzie per i lavoratori?
E quali prestazioni bisogna attendersi?
Anche in questo caso le risposte non sono particolarmente confortanti.
Se lo Stato può a malalena garantire il proprio presente, come potrà garantire il futuro ai propri cittadini?
Ma i soliti noti dei mezzi di informazione non dedicano sufficiente spazio a questa tematica, preferendo, per ovvi motivi di audience, la cronaca minuto per minuto di ciò che accade.
E non contribuiscono alla presa di coscienza del problema da parte degli italiani, non consentendo loro neanche di accorgersi della possibile soluzione.
Come faremo ad assicurarci un adeguato tenore di vita per gli anni in cui dovremo (o vorremo) smettere di lavorare?
Qui c’è (finalmente) la buona notizia!
Quale?
Non siamo soli!
Quali sono i nostri (a volte insospettabili) alleati?
La situazione economica (paradossale!), il fisco (non ci posso credere!) ed una persona competente che ci aiuti ad adottare le giuste soluzioni.
Troppo bello per essere vero?