Corsi e ricorsi storici

Corsi e ricorsi storici

“Gli uomini che non sanno il vero delle cose procurano d’attenersi al certo, perchè non potendo soddisfare l’intelletto con la scienza, almeno la volontò riposi sulla coscienza”.
Bieco plagio o citazione?


Una dichiarazione sulla monotonia lavorativa, come va di moda adesso?
Oppure, più semplicemente, le nostre serate trascorse in compagnia di Bruno Vespa?
😉

Non posso,ovviamente,prendermi alcun merito per una descrizione così eloquente del “senso comune”, espressa dal celebre filosofo napoletano.

Ma come lasciarci ispirare da essa?
In che modo l’attuale situazione economica e finanziaria può essere meglio compresa alla luce di un’affermazione di trecento anni fa?
E come può trarne vantaggio chi deve gestire i propri risparmi?
La classe politica non gode più della fiducia dei cittadini.

Le alleanze tra i partiti hanno generato governi dediti prevalentemente alla gestione degli equilibri interni tra le varie forze della coalizione anzichè alla soluzione dei problemi della nazione.

Il debito pubblico è ai massimi storici e si mantiene a livelli pari o superiori al 120% del PIL.
La liraè sotto attacco e si ritiene possa uscire dallo SME…ehi un momento: lira,SME?
Ma di cosa sto parlando?
In che anno siamo?
1992 o 2012?
In realtò la situazione attualeè tremendamente simile a quella di vent’anni fa.
Anche allora,seppur con modalità diverse, si arrivò a delegare il governo a tecnici che potessero adottare provvedimenti impopolari per dare segnali all’Europa ed ai mercati.

All’epoca i sacrifici di noi contribuenti permisero l’entrata dell’Italia nell’Euro (mannaggia?).
Ma cosa successe a chi, in quella turbolenta fase politica e storica, decise di “soddisfare l’intelletto con la scienza”,almeno nella allocazione dei propri risparmi?
Il mercato azionario era depresso a livelli di prezzo corrispondenti a sette anni prima,pari alla metò dei massimi storici di allora.

Il clima negativo che si respirava allora permise di acquistare aziende solide e redditizie a prezzi d’occasione,generando rendimenti elevatissimi negli anni successivi.
Ciò non scaturì da una particolare accelerazione dei ritmi di crescita
dell’economia,ma semplicemente da un progressivo cambiamento del clima sul mercato.

La gente, in fondo, si abitua a tutto.

Il funzionamento del mercato,infatti,è nevrotico ed incomprensibile solo se lo osserviamo con la lente di ingrandimento delle notizie di ogni giorno, più volte al giorno, prima durante e dopo i pasti!

Ma può essere domato con molta semplicità, immaginandolo come un pendolo che periodicamente fa oscillare i prezzi al di sotto e al di sopra dei valori reali.
E’ la metafora di Mister Market, con oltre un secolo di vita ed ancora oggi attualissima.
Corsi e ricorsi storici, appunto?

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