E VENNE IL GIORNO…

E VENNE IL GIORNO…

E venne il giorno…se non ora, quando?
E’ arrivato il momento caldo, in cui persino la stessa Europa ha chiesto agli Stati dell’Unione di prepararsi.
O meglio, di preparare un piano B.


In che senso?
Finora i sostenitori della moneta unica hanno giurato e spergiurato che l’attuale assetto monetario europeo avrebbe retto.
I popoli, con i loro sacrifici, avrebbero consentito a burocrati, professori e politici di mantenere in vita il sogno.
Il quale, attaccato alle macchine, in questi mesi di rituali ed inefficaci
tentativi di rianimazione,sta per trasformarsi in un incubo?
Adessoè chiaro a tutti che l’Euro, così com’è, non può esistere o
quantomeno resistere.

Quale scenario si prefigura come più probabile?
Quali conseguenze per noi risparmiatori e cosa fare per evitarle?
Per quale motivo uno stato con un PIL inferiore del 30% rispetto a quello della Lombardia ha un peso determinante per il futuro dell’intera Europa, e sul nostro in qualitò di individui e di cittadini?
Sembra di essere tornati, in questo, ai tempi di Alessandro Magno (macedone, quindi greco) ed al suo grande impero, durato però pochi anni.

Corsi e ricorsi storici anche stavolta,appunto?
La Grecia uscirò dalla stanza prevista senza uscite?
E da quella crepa potranno, inevitabilmente, essere spinti fuori altri partecipanti?
Volendo fare una classifica fra i candidati, l’Italia sarebbe sul podio.
Il che, conoscendo gli effetti subiti in questi anni di moneta unica, non sarebbe necessariamente una cattiva notizia.

Ma se così fosse,cosa succederebbe ai nostri risparmi?
Rispondere “dipende” non sarebbe facile diplomazia, un modo elegante per dire “non ne ho la più pallida idea”…

La modalitò concreta con cui ciò dovesse avvenire non è, infatti, ancora definita.
Però ne sono noti gli effetti.
Ed il loro impatto varierà in base agli strumenti nei quali i nostri risparmi sono investiti.

Una certezza, del resto, c’è: la valuta nella quale i risparmi degli italiani saranno convertiti sarò più debole rispetto all’euro attuale.
Questoè poco ma sicuro.

Cosa succederò a depositi bancari e postali, titoli di stato ed obbligazioni?
A livello monetario si convertiranno,alla pari,ma nella sostanza avranno
un potere d’acquisto inferiore.
Di gran lunga.

In poche parole “varranno” meno.
Ed automaticamente saranno ridotte le certezze, basate sui risparmi.

Gli immobili?
In Spagna e Grecia stanno vivendo una ghiotta anteprima.
I prezzi sono crollati e nessuno li vuole.
La Banxia, banca spagnola appena salvata dal governo, è stata messa in ginocchio proprio dalla improvvisa impossibilitò di vendere gli immobili di sua proprietà, perchè non ci sono più compratori.

Le azioni?
Paradossalmente,ma non tanto,sarebbero quelle meno colpite.
Molti risparmiatori le considerano, però, troppo rischiose. Anche a ragione, viste le tante (troppe) esperienze negative degli ultimi anni.

L’oro?
Anni di rialzo e qualcuno siè ingolosito ed ha investito,considerandolo “sicuro e redditizio”.
Risultato?
Perdite del 15-20% in pochi mesi.

Quali difese,allora,per noi risparmiatori?
I titoli di stato americani e tedeschi non rendono nulla.
Ma i grandi investitori internazionali ne comprano a piene mani.
All’improvviso si sono disinteressati a fare utili?
O pensano, piuttosto, che possano essere una soluzione strategica “in caso
di…”?
Finora ci siamo sentiti “sicuri” nel prestare i nostri risparmi a Stati pieni di debiti, come il nostro.

E se potessimo prestare,anche,a Stati più virtuosi con pochissimi debiti e che creano costantemente nuova ricchezza, rendendo tali debiti via via, persino, più leggeri?
E se, grazie a questa diversificazione,garantissimo i nostri risparmi, le
nostre certezze, l’avvenire nostro e delle nostre famiglie, anche “in caso
di…”?
E se magari da ciò potessimo persino ottenere un rendimento interessante?

Tornando alle cose di stretta attualità, la possibilitò di una modifica radicale dell’attuale sistema monetario, con effetti più o meno traumatici sui nostri risparmi e sulle nostre vite, è ancora modesta.
Ma tale probabilità cresce, man mano che se ne parla.
E’ la cosiddetta “profezia che si auto-avvera”, perchè gli operatori cominciano a crederci e si regolano di conseguenza, alimentando il fenomeno.

E noi,ci affidiamo ai governanti ed alla speranza che, alla fine, non succeda nulla?
Preferiamo far finta di niente e non occuparcene, perchè “tanto non succede…”?

Ok,sono d’accordo: non succede.
Ma, se succede?

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