Ed io pago!

Ed io pago!

Ci avviciniamo a grandi passi verso le elezioni politiche.
La domanda è quindi legittima.

Chi paga?

A cosa mi riferisco?
Sterile e banale sarebbe discutere dei costi vivi (seggi, rimborsi elettorali, ecc.).

 

Non che non sia importante, s’intende, ma è un tema sufficientemente dibattuto ad ogni elezione e, pertanto, non meritevole delle nostre riflessioni.
Sono il costo della democrazia.
La mente va, invece, alla osservazione del dibattito in corso.
E’ quotidiano l’interesse dei candidati per le difficoltà continue vissute da mamme lavoratrici, giovani precari, imprenditori tartassati, famiglie con ridotto potere d’acquisto (a causa dell’IMU e non solo).

Le soluzioni?
Per tutti c’è una promessa, o quanto meno una parola di conforto e di speranza.
VOTANTONIO!
😉

Quali argomenti terranno banco dopo le elezioni?
VEDO-PREVEDO-STRAVEDO: toto-nomine e rigore, tagli e legge elettorale, riforma della giustizia ed altre auto-referenzialità
Scommettiamo che?
😉

Qualche giorno fa ho ricevuto (dal dott. Rocco Aquila, che ringrazio) un gradito ed interessante regalo: un calendario.
Originale?
Si, nelle sue riflessioni che condivido e riporto.

I dodici mesi sono rappresentati da altrettante splendide immagini di città note: da Singapore a Shangai, da Toronto a New York, da Sidney a Londra, passando per Mosca, Dubai e Parigi.
Ci sono anche Firenze, Roma, Venezia.

Nelle immagini che raffigurano le città internazionali spiccano elementi costruiti nell’ultimo secolo o, più spesso, nell’ultimo decennio.
Ed in quelle italiane?
La vista è caratterizzata integralmente da ciò che è stato costruito (almeno) 500 anni fa…

Ecco spiegata la crisi dell’Italia.
Intendiamoci, ne rappresenta al contempo la ricchezza storica ed artistica.
Ciò può generare benessere?
Il turismo, certamente, è una fonte di reddito importantissima.
Andrebbe certamente agevolato ed ulteriormente sviluppato.

E’ altrettanto importante sottolineare, al contempo, come noi Italiani siamo fuori dalla crescita che in tutto il mondo innova ed arricchisce.

E per noi risparmiatori?
La crescita è l’indicatore più serio per indicare la produzione di utili (dividendi e, di conseguenza, prezzi azionari) e la sostenibilità dei debiti contratti da ciascun singolo stato (rapporto debito/PIL).
La solidità dei nostri patrimoni è quindi la diretta conseguenza del livello di diversificazione che adottiamo.

E nel frattempo per chi votiamo?
Per la crescita!
😉

 

Post a Comment

#Follow me on Facebook