Indipendence Day #Brexit

Indipendence Day #Brexit

La notizia non devo certo darla io: i mezzi di informazione fanno già ottimamente (?) il loro lavoro, raggiungendoci ovunque in tempo reale attraverso etere, satellite e, soprattutto, linee telefoniche fisse e mobili.

Il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz (ve lo ricordate?) si dichiara “deluso e triste” per l’esito elettorale, ma allo stesso tempo deciso nell’attendere al varco il povero Cameron che dovrà consegnargli la richiesta di attivazione della procedura di uscita dalla UE, ai sensi dell’ormai celebre articolo 50.

O meglio, dovrebbe farlo lui, salvo rassegnare le proprie dimissioni nelle mani di Her Majesty The Queen, nonostante il sostegno, in questo momento bipartisan, da parte del proprio parlamento.

Conseguenze politiche?
Incalcolabili, sia per la Gran Bretagna che per il resto del continente.

Per chi, come me, è da oltre vent’anni abbastanza contrario a ‘questa’ Europa non dovrebbe essere necessariamente una cattiva notizia…

In realtà, in termini strettamente monetari, con lo shock subito negli anni per arrivare a questo punto, rompere adesso ciò che è stato creato (euro incluso) sarebbe un rimedio peggiore del male.

Ma non mi occupo di politica e quindi cambio subito registro: conseguenze sui mercati?
Nel momento in cui scrivo (primissima mattinata) gli spread sono in leggero aumento, la sterlina sta svalutando e l’euro perde un paio di figure sul dollaro.

L’azionario, la cui volatilità caratteristica mostra il suo profilo migliore in queste situazioni, è atteso con cali intorno al 10%: cacchio!
😉

Curioso che, nell’ultimo mese, prendendo come riferimento l’indice inglese, il mercato avesse prima perso un 6/7%, poi fosse risalito nella stessa misura ed ora ritoccherà di qualche punto, verso il basso, i precedenti minimi: WOW, l’industria della finanza ha di che festeggiare.

Lo ricordo, infatti, il business principale sono le commissioni.
Più movimenti ci sono più margini si creano; elevata volatilità significa tante transazioni, con in più l’effetto collaterale di chi tende a vendere per la paura di ciò che potrà accadere.
Legittimo chiedere: se qualcuno vende, qualcun altro dovrà necessariamente fare da controparte acquistando.
Chi invece comprerà, sulla basi di quali aspettative dovrebbe farlo?
Innanzitutto, perché si compra a sconto.
Ognuno di noi, preferisce concentrare i propri acquisti prevalentemente durante i saldi: sui mercati finanziari il meccanismo è il medesimo.

Poi, c’è da considerare che, per loro naturale funzionamento, i mercati attualizzano (si dice in gergo ‘scontano’) in anticipo le future, possibili, conseguenze di un qualcosa; quindi, i prezzi oscillano in funzione delle aspettative di un futuro ipotetico, che magari non si realizzerà in concreto.

Questo, a chi osserva dall’esterno, può apparire illogico ed isterico, qualcosa da cui prendere le distanze.
C’è invece un grande valore per i risparmiatori, con la giusta ottica temporale, con la solita grande diversificazione, e con un pizzico di lucidità che consente di cogliere le occasioni come questa.
Basta dare un’occhiata a qualche grafico di lungo periodo perché ciò sia evidente.

Cosa succederà nei prossimi giorni e settimane?
Naturalmente le oscillazioni saranno importanti, ma i mercati (e quindi anche i risparmiatori) godranno di ulteriore supporto da parte dei loro più affezionati amici: i banchieri centrali, che dispongono di mezzi pressoché illimitati e li utilizzeranno.

“Whatever it takes”

È questa liquidità abbondantissima la principale polizza assicurativa sulla solidità del sistema finanziario europeo e mondiale.

Chi sono invece i nemici da cui difendersi?
Non li nomino: “crollo”, “tonfo”, “miliardi bruciati”…. 😉

Adesso le attese si spostano tutte sull’esito dei prossimi incontri: sabato si gioca Galles – Irlanda del Nord (i gallesi si sono espressi per il BREXIT al contrario dei nord-irlandesi che sono europeisti e pronti a rilanciare l’ipotesi di un referendum per la riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, per restare nellUnione Europea) e Inghilterra – Islanda (un paese che è fuori dall’UE, ma ha un trattato che potrebbe ispirare i futuri rapporti britannici con l’Europa) che si giocherà lunedì sera.
Tutti si chiedono: per coerenza con il no al referendum, inglesi e gallesi vorranno uscire anche dagli europei di calcio?

Scherzo, ovviamente.
Sappiamo tutti benissimo, infatti, che le conseguenze più importanti saranno quelle di Italia – Spagna!😇

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