La va o la spacca?
Cosa ci viene in mente quando pensiamo ‘la va o la spacca’?
Quella serie tv di qualche anno fa in cui il mitico Ezio Greggio impersonava il simpatico Erminio Spampagnati?
Oppure, più propriamente, quel momento in cui si rompono gli indugi con probabilità di riuscita paritetiche rispetto a quelle di non riuscita?
A tal proposito mi permetto di chiedere qualche riga di pazienza per seguire con attenzione un breve ragionamento.
Lo scorso venerdì, appena arrivato in ufficio, ho notato una perdita d’acqua su un tubo dell’impianto di condizionamento.
Gocciolava abbondantemente ed un secchio posto sotto la perdita, pur non particolarmente gradevole a livello estetico, era sicuramente necessario in quel momento per raccogliere l’acqua.
Non c’erano altre possibilità.
Il tecnico interpellato in giorni tanto caldi, e quindi particolarmente impegnativi per chi opera in quel settore, ha garantito il suo intervento non prima di alcuni giorni.
E nel corso delle ore il secchio si è riempito velocemente.
Come gestire la situazione?
Per allungare i tempi di riempimento del secchio ho deciso di sostituirlo con uno più grande.
Risultato?
Più tempo per colmarsi, ma il tubo, nel frattempo, era ancora rotto.
E quindi?
L’acqua gocciola (lo spread), il secchio (il fondo temporaneo salva-stati EFSF coordinato con gli interventi della BCE) si riempie troppo velocemente e quindi si prova a contenere la perdita con un secchio più grande (il nuovo ESM).
Ma il tubo (le divergenze economiche tra i paesi dell’Euro-zona e l’assetto istituzionale stesso dell’Unione Monetaria) è ancora rotto, in attesa di un intervento che tarda ad arrivare.
Quindi?
La storia insegna che le lotte tra istituzioni ed i mercati sono state vinte, inesorabilmente, dai mercati.
Il problema è che la maggior parte delle persone ritiene invece che sia vero il contrario.
In molti pensano che, alla fine, le istituzioni troveranno la soluzione per riparare il tubo e tutto si sistemerà.
Ciò ovviamente è possibile.
Ma c’è qualcosa di estremamente più probabile, nel breve: i mercati proveranno inevitabilmente a testare a fondo la capienza di questo nuovo secchio.
L’intervento del tecnico (i governi e le istituzioni europee) richiede un bel po’ di tempo (mesi, anni?) e quindi sarà una rincorsa del tipo “o la va o la spacca”, appunto.
Le probabilità che l’acqua trabocchi dal secchio nel frattempo sono molto (ma molto) più concrete di quanto la maggior parte della gente creda.
Fortunatamente, in questi mesi il nostro compito di mettere i risparmi più al sicuro possibile ha trovato terreno fertile ed ormai è quasi completato.
Ancora pochi giorni per gli ultimi irriducibili, ancorati alle forme che avevano finora garantito la sicurezza (depositi, titoli di stato, obbligazioni bancarie, ecc.) e sono invece oggettivamente esposte ora al Grande Rischio?
Poi magari non succederà nulla.
E questo non possiamo che augurarcelo, forse.
Ma per quale motivo rischiare (o la va o la spacca) quando, grazie alla diversificazione, la sicurezza è realmente a portata di mano?