M’ama, non m’ama, m’ama…?

M’ama, non m’ama, m’ama…?

Il 2020 sarà ricordato, inevitabilmente, come l’anno del… romanticismo!
Chi l’avrebbe mai detto che l’esito dell’eterno dilemma, nello sfogliare una margherita, sarebbe stato giuridicamente rilevante?
Solo il “m’ama!”, infatti,  consentirebbe di classificare con assoluta certezza una presunta relazione affettiva come ‘stabile’.
Si potrebbe, quindi, indicare l’amato come ‘congiunto’ nella prescritta autocertificazione (versione 7.0), potendo contare su di un solido elemento di prova in caso di contestazione, da parte delle forze dell’ordine, di dichiarazione mendace punibile ai sensi dell’art. 495 del codice penale.
Immaginare membri del governo in arrampicate alla Stefano Ghisolfi, per includere o escludere amici più o meno cari tra le persone ‘visitabili’, a partire da lunedì 4/5,  la dice lunga sulla fase che stiamo vivendo.
Altrettanto, lo Sceriffo di Facebook, facilmente identificabile come uno dei 14 sindaci metropolitani d’Italia, discende dal suo lontano parente vissuto a Nottingham otto secoli or sono e potrebbe, quindi, visitarlo, a condizione di essere dotato di idonea mascherina?
Il materiale per ridere ce ne sarebbe a volontà, da enciclopedia della barzelletta… ma non c’è niente da ridere, purtroppo.
Costituzione violata, dittatura sanitaria, paternalismo ebete oppure stringente necessità, per governare una situazione di emergenza?
Difficile una risposta netta, in piena infodemia che confonde la percezione di molti.
Quanto è avvertibile la sensazione che qualcosa di grosso non stia funzionando?
A livello economico, la misura sarà evidente: se la presenza del virus è generalizzata, il diverso impatto sul PIL dei vari stati, ad esempio a fine anno, permetterà di stimare le conseguenze delle diverse scelte adottate dai vari stati per gestire la situazione.
Se la riduzione media del PIL dei paesi colpiti sarà, ad esempio, del 3% e quello domestico sarà (stima ottimistica) del 8%, è immediato comprendere che l’approccio adottato dal governo italiano sarà costato ai suoi cittadini il 5% (in soldoni, parliamo di circa 90 miliardi di euro di maggior danno alla nostra economia).
Di pari passo, le considerazioni in termini di bilancio pubblico (deficit, debito, pressione fiscale, ecc.).
Ma, se c’è la salute sull’altro lato della bilancia?
O, peggio ancora, la vita stessa?
Le polemiche sulla mediatica conferenza stampa delle 18 (il confessionale del Grande Fratello), prima declassata a settimanale ed ora sospesa, con i suoi eroi Capitan Borrelli, Locatellik, Braccio di Brusaferro ed il perfido Lupo Rezza ed i loro decessi ‘con’ o ‘per’ Covid hanno alimentato la diffusione di notizie che indicano una riduzione della mortalità complessiva nel 2020 rispetto all’anno precedente: sarà vero?
Alcuni riferiscono dati Istat, altri citano, ad esempio, Italiaora.org: il tema è spinoso ed occorre chiarezza per difendersi dalla diffusione di fake news sull’argomento.
Innanzitutto, Italiaora.org è un sito divulgativo, creato da volontari, e i suoi dati non sono ufficiali ma elaborazioni ipotetiche basate su algoritmi: non fanno quindi riferimento a dati reali; possono essere utilizzati come stima di massima su base annuale di un fenomeno, spalmato nel tempo, calcolandone l’ipotetico valore attuale alla data di consultazione.
L’ISTAT, invece, comunica i dati ufficiali sulla mortalità (completi e definitivi) con uno/due anni di ritardo: quindi, chiunque dichiari dati ufficiali 2020 ISTAT dice una cosa non veritiera e qualunque notizia ci capiti di leggere, che si dichiari basata su dati ufficiali ISTAT è, in ogni caso, una fake… e ciò non è di poco conto.
Per l’anno in corso sono disponibili, infatti, dati su poco più di 1.000 comuni (non un campione, perché non rappresentativo, ma una selezione fra quelli il cui flusso di dati è più affidabile e tempestivo) e su questi, a fronte di una mortalità leggermente inferiore al 2019 nei mesi di gennaio/febbraio (l’inverno particolarmente mite ha prodotto meno decessi da influenza stagionale?), è stato rilevato un forte incremento di mortalità a marzo.
Nei comuni più colpiti dal coronavirus l’incremento è molto significativo (mediamente +100%) con punte, ad esempio Alzano Lombardo, in cui la mortalità è decuplicata (+900%)!!
In aree meno colpite, ad esempio Bari, la mortalità a marzo è stata +30% (comunque tanto) rispetto al 2019.
Ciò fa ritenere molto, molto, improbabile che il primo trimestre 2020 abbia avuto un decremento di mortalità rispetto agli anni precedenti.
Ad aprile, qualora si fosse riscontrato un calo della mortalità, va considerato l’impatto dovuto alla riduzione di: incidenti stradali, sul lavoro, sui campi da golf…😅, ecc.
In sostanza, se smettiamo di vivere, smetteremo di morire?? 😉
In realtà, anche il calo in corso nel trend dei decessi da coronavirus va attribuito all’effetto del lockdown, che ha rallentato la diffusione del contagio: quanti decessi ci sarebbero stati in caso di libera circolazione del virus?
Quindi, se il dato ad aprile fosse anche in riduzione rispetto al 2019, non avrebbe nessun senso perché ‘dopato’.
Queste sono riflessioni sui numeri disponibili. Quelli ufficiali, fra un paio d’anni (speriamo prima, ovviamente), consentiranno analisi più approfondite.
Restano aperte, ovviamente, tutte le valutazioni sulla effettiva letalità del coronavirus rispetto all’influenza stagionale, al di fuori delle situazioni di fragilità (anziani, soggetti con patologie, ecc.), all’inevitabile impreparazione iniziale nell’approccio terapeutico (ora molto migliorato) verso questo nemico sconosciuto, alla differente velocità di contagio in diverse aree e, soprattutto, all’adeguatezza e proporzionalità delle misure decise per affrontare la situazione.
Senza voler minimizzare, s’intende, non staremo sparando ad una formica con il bazooka?
Ma, questa, è tutta un’altra storia. 😇

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