
Punto. E a capo?
E’ tutto a posto.
Tutto risolto.
L’Italia è salva.
L’Euro?
Pure.
Anzi, no.
Oppure si?
Lo psicodramma è servito.
O, semplicemente, i mercati ed i tele-risparmiatori-spettatori confermano in ogni occasione un’instabilità emotiva che deriva dal non saper che pesci pigliare?
L’ennesimo scossone, risibile, consegna l’Italia e l’Europa monetaria alla deriva.
Definitiva… per ora!
😉
Sarà la volta buona in cui inequivocabilmente, come un colibrì informato dei fatti, l’Euro mostrerà che, così com’è è, semplicemente non può esistere?
Un suggerimento per chi è convinto del contrario?
Un TG in meno, magari sostituito da un buon libro…
Questo, in verità, è un consiglio saggio per tutti, a partire da me.
Fosse, infatti, la giusta occasione per chi, come noi, vuole riflettere e ragionare anziché farsi influenzare costantemente dall’ultimo accadimento?
Quali scenari, oggi, in economia e mercati?
I Paesi Sviluppati hanno debiti elevati, probabilmente insostenibili.
Sbocco possibile?
Chi può dirlo?
Per far fronte ai debiti serve denaro o, in alternativa, la fiducia di chi deve prestarne dell’altro.
Gli USA, il Giappone ed il Regno Unito (ed altri) dispongono, al momento, di entrambi e quindi rappresentano, nonostante problemi economici e di bilancio pubblico affatto trascurabili, un porto sicuro.
L’intera Euro-zona non può disporre del denaro (c’è solo la parola di Draghi a sostenere l’ambaradan) e quindi deve basare la sostenibilità dei debiti solo sulla fiducia.
Labile.
O psico-labile?
😉
Quindi, inevitabilmente, è un porto meno sicuro.
Chi, nell’area euro, gode di meno fiducia è messo peggio.
Facciamo l’appello?
Novità per il risparmiatore: non l’imminente default per l’Italia (ci mancherebbe…), ma certamente l’impossibilità acclarata di considerare come prive di rischio alcune forme di risparmio che per decenni ne hanno rappresentato il salvadanaio ideale.
Chi presterebbe denaro, per 10 anni ed al 4,5% d’interesse, a qualcuno di cui si “chiacchiera” una remota, remotissima, possibilità di insolvenza?
E quindi la necessità di usare il mappamondo (o Google maps, per i tecnologici) non solo per pianificare le prossime vacanze ma anche per far dormire sonni tranquilli ai nostri risparmi.
Un esempio?
L’aumento dello spread, nel giro di due/tre giorni, di 50/60 punti rappresenta, per il risparmiatore che detiene Btp decennali una riduzione di valore pari al 4% circa, annullando così quasi l’intero rendimento dell’anno.
Disdicevole?
Non saprei, ma il risparmiatore che ne pensa?
E della possibilità di ottenere rendimenti analoghi, con minori oscillazioni di valore, e molto altro?
Rimanere sul segmento ‘debito’ non è necessariamente la miglior soluzione, ma ci sono comunque possibili combinazioni tra porti sicuri e rischi calcolati, in opportuna miscela, che vanno integrati nei portafogli dei risparmiatori del terzo millennio.
Come si può pensare, infatti, di affrontare i problemi di domani utilizzando le stesse soluzioni di ieri?
Ed oltre alla componente obbligazionaria, quali altri elementi possono contribuire a diversificare il portafoglio?
Ai posteri l’ardua sentenza?
Certo, quando si parla di investimenti l’occhio sul futuro è obbligatorio.
Ma cercherò di essere più celere nel fornire la risposta, nei prossimi giorni.
Nel frattempo, riprendiamo il mappamondo e cominciamo a ragionare: dove trovare meno debito ed un po’ di crescita economica?