
Vuoi guadagnare con i bitcoin?
Quante volte ci è capitato di leggere questa domanda, scorrendo le pagine di internet (e non solo?).
Qualche tempo fa la medesima frase, completava il suo interrogativo, con le ‘opzioni binarie’…
Poco cambierebbe se fosse ‘il Super Enalotto’, il ‘Gratta e Vinci’, ‘le scommesse sportive’, ecc.: il solletico alla nostra avidità, sotto qualunque forma, nasconde una sopravvalutazione del potenziale guadagno e la banale ‘dimenticanza’ di porre l’accento sui rischi di perdita.
Esattamente l’opposto di ciò che le normative prescrivono per le forme d’investimento regolamentate che invece, non foss’altro che per questo, prevedono tutele altissime per chi le utilizza.
Ma, soprattutto in questo periodo di grandi novità normative (es. MIFID 2), tralascio questo aspetto e mi concentro sul nostro tema: i bitcoin.
Sostituiranno la moneta così come la conosciamo oggi?
Se così fosse, sarebbe interessante ‘investire’ in questo strumento?
Prima di rispondere, consulto rapidamente la mia tradizionale sfera di cristallo e….
Cosa mi è saltato, principalmente, all’occhio in questo scenario di ‘corsa all’oro’ digitale?
Le tante persone desiderose di ‘cambiare’, a cifre iperboliche, il proprio denaro reale cedendolo a qualcuno che, già in possesso di questa nuova ricchezza ‘virtuale’, ha trovato opportuno cederla ricevendo in corrispettivo vagonate di obsolete monete aventi corso legale (dollari, euro e antichità di questo tipo…).
RIFLESSIONE: chi ha comprato era molto meno consapevole di cosa siano e come funzionino le criptovalute rispetto a chi gliele ha vendute, in un classico contesto di ‘asimmetria informativa’.
Risultato finale?
Crollo di oltre il 50% in poche settimane e consueto trasferimento di ricchezza tra soggetti deboli e forti.
Ma, nonostante ciò, è possibile classificare tutto questo fenomeno come una classica ‘bufala’ o, meglio, una fregatura?
Se la si vede come un investimento probabilmente si, nonostante i precedenti enormi rialzi abbiano generato, anche agli attuali prezzi, plusvalenze mirabolanti.
Ma l’enorme volatilità che ne rappresenta una caratteristica fondamentale, fa classificare il fenomeno come puramente speculativo e perciò poco adatto ai risparmiatori.
Quelli italiani poi, non lo dimentichiamo, hanno un livello medio di cultura finanziaria tale da considerare rischiosi strumenti tra i più sicuri, grazie alla diversificazione, come i fondi d’investimento. Viceversa, hanno preferito per anni strumenti rischiosi come le obbligazioni, magari subordinate, e azioni non quotate emesse, casualmente, dalla propria banca di ‘fiducia’, semplicemente perché poco trasparenti nella determinazione di un prezzo.
Ritornando al futuro, i bitcoin diventeranno la nostra moneta di scambio?
La domanda va riformulata ed estesa alla importante novità che le criptovalute portano con sé: la tecnologia blockchain, la quale produce un livello di sicurezza significativamente superiore, anche se non assoluto, rispetto agli standard finora utilizzati.
E’ per questo che nei prossimi anni se ne vedrà, probabilmente, una sempre maggiore adozione in vari ambiti (dai pubblici registri alle transazioni finanziarie), al punto da essere considerata dagli esperti ‘la più grande innovazione dall’introduzione di internet’.
Il paragone ci sta: investire in criptovalute è come aver acquistato, tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, qualunque titolo avesse un ‘.com’. Molte di quelle aziende oggi non esistono più o non hanno generato un modello di business sostenibile, producendo perdite per le quali c’è ancora oggi chi si lecca brucianti ferite.
Ma, nonostante ciò, internet è diventato veramente, come nelle migliori aspettative dell’epoca, un fenomeno che ha trasformato le nostre vite e ne è diventato lo straordinario protagonista in ogni ambito.
Ovviamente, torneremo presto in argomento…